Mercato Libero, l’ennesimo slittamento: gennaio 2022

Aggiornamento (17/12/2019): retrofront della Presidenza del Senato: lo slittamento è annullato e tutto torna come prima. Leggi l'articolo su e!

Sembrava che stavolta ce l’avessimo davvero fatta a scrollarci di dosso la zavorra della Maggior Tutela, un processo geologico che si trascina ormai da oltre un decennio… E invece, con l’ennesimo (che ne pensi, possiamo dire “scandaloso”?) colpo di scena, la data fatale della liberalizzazione slitta al primo gennaio 2022.

Foto di Elias Sch. da Pixabay

Hai letto bene, un anno e mezzo di attesa in più, prima di poter dire che il mercato dell’energia in Italia è davvero un mercato libero!

Il subemendamento del M5S è stato approvato dalla Commissione di Bilancio del Senato. Uno dei criteri fondamentali è che ancora non è pronto l’Elenco dei Soggetti Abilitati – un registro di tutti i fornitori di energia elettrica italiana, che sono centinaia. L’Elenco, da tempo richiesto dalla normativa, deve prevedere precisi paletti e criteri per l’abilitazione, a oggi non ancora stati definiti. Inoltre, si richiede al Ministero dello Sviluppo Economico e ad ARERA una serie di “modalità e criteri dell’ingresso consapevole” nel Mercato Libero.

Insomma, la posizione di Palazzo Madama – nonostante le direttive dell’Unione Europea – è che non siamo pronti alla grande svolta post-Enel. Col timore che si configuri un mercato anarchico, dove fornitori poco seri e controllati si approfittino di consumatori poco informati e quindi vulnerabili. Infatti, si adduce che la manovra è “a tutela dei consumatori”.

Abbiamo raccontato tutta la storia della liberalizzazione e del Mercato Tutelato luce e gas qualche mese fa, nel nostro articolo 2020: la fine del Mercato Tutelato.

In sintesi, il Mercato Tutelato permette agli utenti di restare clienti del Servizio Nazionale (si chiama “Maggior Tutela” per la luce, “Servizio di Tutela” per il gas) con prezzi fissati e aggiornati dall’Autorità trimestralmente in base all’andamento della Borsa Elettrica. La tariffa, come la struttura dell’offerta, è univoca, e resta e resta a oggi attiva in parallelo al Mercato Libero, dove l’utente è invece libero di scegliere tra moltissime offerte quella più adatta a lui — per esempio a prezzo fisso o variabile — con la possibilità di spendere meno (a patto che si scelga l’offerta giusta).

Eppure, circa metà degli italiani è ancora ferma sul Mercato Tutelato. Perché, visto che c’è la possibilità di risparmiare? Sfiducia? Mancanza di informazione chiara? Entrambe.

(Pigrizia? Anche).

Ma quando in gioco ci sono interessi economici così enormi, i meccanismi delicati e complessi…

Dopo il decreto Milleproroghe della scorsa estate, che spostava la data dal luglio 2019 a luglio 2020 — dopo tanti e tanti rinvii che andavano avanti da anni — oggi questo slittamento addirittura di un anno e mezzo… Sarà l’ultimo? A questo punto chiunque nutrirebbe seri dubbi.

Non scatterà dunque il temuto servizio di salvaguardia — come annunciato in precedenza anche nelle bollette stesse degli italiani — per chi non si sposta su un nuovo gestore entro luglio. Niente spese extra, nulla cambia.

Per fortuna, i consumatori restano liberi di scegliere un nuovo gestore in qualunque momento, con un passaggio del tutto indolore che non prevede alcun costo né intervento tecnico, nessuna interruzione di servizio e (salvo rare eccezioni) nessun vincolo. E le pratiche burocratiche sono sempre gestite dal nuovo fornitore, con la prospettiva di un risparmio economico che può essere anche notevole.

E tu, sei già passato al Mercato Libero, o sei ancora esitante?

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